VALENTINO: TAPPETO ROSSO VINTAGE

LA MODA SENZA TEMPO DI VALENTINO

Lo stile di Valentino ha poco in comune con le tendenze stagionali a breve termine, concentrandosi piuttosto sulla ricerca della bellezza assoluta - tra opera d'arte e moda, poesia e ornamento. Quelli di Valentino sono abiti per i red carpet, per le notti degli Oscar, per il Festival del Cinema, per i musei della moda, ma rendono anche omaggio a quel lato particolare della quotidianità in Italia che è fatto di tradizioni, di artigianato.

Negli anni Novanta, mentre il mondo era alle prese con il nichilismo del grunge, Valentino rilancia l'alta moda. Quando nel 2001 Julia Roberts ricevette l'Oscar come migliore attrice, scelse di indossare non una nuova creazione ma un abito Valentino Haute Couture in bianco e nero presentato originariamente nove anni prima; dobbiamo quindi a Valentino la riscoperta dell'archivio e, indirettamente, anche del vintage.

Valentino ha firmato la sua ultima collezione Haute Couture nel 2005, prima di lasciare la maison all'attuale direttore creativo. In quell'occasione portò in passerella l'abito considerato dalla critica uno dei più belli mai realizzati dal brand: un abito da sposa con gonna a pieghe e dettagli preziosi lungo il corpetto, indossato da Naomi Campbell.

 

GLI ANNI PARIGINI E IL ROSSO VALENTINO

Valentino Clemente Ludovico Garavani aveva solo 17 anni quando, nel 1950, arrivò a Parigi per studiare moda all'École des Beaux-Arts. Il suo talento era ancora acerbo e ci volle il lavoro presso gli atelier di Balenciaga, Jean Dessès e Guy Laroche per permettergli di affinare la tecnica e anche di comprendere le complesse dinamiche di quel mondo elitario, eccentrico e sofisticato di cui presto avrebbe fatto parte. .

La leggenda narra che fu durante gli anni parigini che Valentino venne colpito per la prima volta dal Rosso, grazie all'atmosfera solenne dell'Opera di Barcellona e agli abiti delle dame ricercate. Oggi quel Rosso, il Rosso Valentino, composto da una miscela cromatica ben precisa che calibra 100% magenta, 100% giallo e 10% nero, è brevettato ed emblematico del marchio e del suo stile.

LA NASCITA DELLA MAISON VALENTINO

Nel 1958 Valentino Garavani torna in Italia e apre il suo atelier in Via Condotti a Roma, dove il marchio mantiene la sua boutique fino al 2015 prima di trasferirsi nell'attuale sede in Piazza di Spagna.

Nel luglio del 1962 Valentino presentò una serie di perfetti abiti da sera all'interno della Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze: un successo travolgente. Per la prima volta Vogue Paris dedica una copertina a uno stilista italiano. Inizia così la storia di un marchio destinato a diventare un simbolo intramontabile di eleganza.

EVOLUZIONE DEL MARCHIO

Pur mantenendo il proprio stile, la maison segue l'evoluzione dei tempi e dei costumi. Negli anni Sessanta gli abiti Valentino hanno forme a trapezio, con fiori, chiffon e trasparenze che, seppur non particolarmente ardite, anticipano l'era della seduzione - nel 1967, durante una visita ufficiale in Cambogia, Jackie Kennedy indossa un meraviglioso monospalla verde, opera del couturier con cui la First Lady instaura una lunga collaborazione.

Negli anni Settanta i tagli storti e asimmetrici delle gonne rappresentano le rivoluzioni di quei tempi, mentre negli anni Ottanta i power tailleur con spalline rigide permettevano alle donne di “prendersi il proprio spazio”.

Tra i pezzi più iconici firmati Valentino Garavani, c'è l'abito nero indossato da Claudia Schiffer durante una delle ultime sfilate di “Donna sotto le stelle”. Per la sua bellezza e unicità l'abito è rimasto a lungo esposto nella boutique Valentino di Via Condotti; all'interno è presente ancora il nastro con le indicazioni di riconoscimento del capo e il nome del modello.

VALENTINO OGGI: PIERPAOLO PICCIOLI

Da Valentino Garavani a Pierpaolo Piccioli, direttore creativo del brand dal 2008, la magia resta la stessa: Valentino continua a rappresentare il sogno, l'eleganza aristocratica e l'arte di vivere Made in Italy.