JEAN PAUL GAULTIER: ENFANT TERRIBILE

DAL VINTAGE ALLA POLITICA

Quando si parla di Jean Paul Gaultier, conosciuto anche, non a caso, come l'Enfant Terrible della moda, parlare di sconvolgimento è più appropriato che parlare di moda. Dalle gonne da uomo, alle t-shirt bretoni a righe, fino a varie rivisitazioni del corsetto tra cui quello con il seno a cono disegnato per Madonna, allo stilista più ironico e trasversale va riconosciuto il merito di aver letteralmente ribaltato il concetto di stile.

Possedere un capo vintage di Jean Paul Gaultier significa tributare il lato ironico della moda, ma anche alcuni dei suoi aspetti politici.

OGGETTO MASCHILE E BELLEZZA NON CONVEZIONALE


Autodidatta e cresciuto nella periferia di Parigi, invece di studiare moda Gaultier inviava i suoi bozzetti direttamente agli stilisti. Il primo a notare il suo talento fu Pierre Cardin che lo assunse come assistente.

Nel 1976, Gaultier creò la propria etichetta, presentando la sua prima collezione di abbigliamento femminile a Parigi durante uno spettacolo audace e originale che sembrava più uno spettacolo teatrale che una passerella.

Con gli anni '80 Gaultier diventa sempre più importante e il suo stile diventa sempre più irriverente. Mentre l’orgoglio LGBTQI+, il genderless e il gender fluid stordiscono ancora molti nasi e le passerelle erano sfilate di bellezze stereotipate, Gaultier ha portato la diversità in passerella, scegliendo modelli non convenzionali, anziani, persone oversize, uomini e donne coperti di piercing e tatuaggi e transgender . Dal kilt al trucco maschile, la sua prima collezione di prêt-à-porter maschile, dal titolo emblematico "L'uomo-oggetto", gli ha offerto nuovi territori di ironia e innovazione, mentre la sua collezione unisex "Un guardaroba per due" ha mostrato il suo impegno per abbattere le barriere di genere.

LE MUSE DI JEAN PAUL GAULTIER

Gli anni Novanta furono gli anni di maggior successo per Jean-Paul Gaultier. Ha intrapreso una fiorente collaborazione con il mondo del cinema, disegnando abiti per diversi film tra cui "Il quinto elemento" di Luc Besson, "Kika-A Borrowed Body" di Pedro Almodóvar e "La città perduta" di Jean-Pierre Jeunet.

Divenne anche lo stilista più iconico del mondo pop, disegnando per Madonna il body nero indossato nel video di Vogue oltre a tutti i costumi per il Blond Ambition Tour, compreso l'iconico corsetto con seno a cono.


Tra le sue modelle e muse ci sono Beth Ditto, Amanda Lear, Conchita Wurst, Lady Gaga, Kylie Minogue e Rihanna, ma anche bellezze più classiche come Catherine Deneuve, Marion Cotillard, Naomi Campbel e Carla Bruni, con le quali lo stilista si è divertito a collaborare mettendo in risalto i loro aspetti meno convenzionali.

Ritiratosi ufficialmente dalle scene qualche anno fa, lo stilista continua a stupire e divertire partecipando a programmi televisivi e organizzando spettacoli teatrali che si possono definire a metà tra il Freak Show e le Folies Bergère, in puro stile Jean Paul Gaultier.