YVES SAINT LAURENT: L’ENFANT PRODIGE DELLA MODA

LE COUTURIER

In un’era fatta principalmente di direttori creativi, in cui saper comunicare la moda diventa quasi piu importante che saperla fare, a Yves Henri Donat Mathieu Saint-Laurent spetta con tutti gli onori il titolo di stilista - uno degli ultimi veri couturier francesi, capace di mescolare la tradizione del savoir-faire con le rivolte sociali del suo tempo. Se a Chanel viene riconosciuto il merito di aver inventato il Ventesimo secolo per le donne, a Saint Laurent, creatore dello smoking femminile, si attribuisce quello di aver inventato la forza dell'individualità, senza distinzione di sesso o colore.

L’INTERNATIONAL WOOLMARK PRIZE E LA RIVALITÀ CON KARL LAGERFELD

Nato nel 1936 in Algeria in una famiglia molto agiata, il giovane Yves cresce viziato dal benessere e dalle attenzioni della madre, una donna  molto elegante alla quale si isipirano tutti i primi bozzetti dello stilista. Saint Laurent passa il suo tempo a esercitare la sua creatività: disegna, crea vestiti per le bambole delle sorelle e realizza pièce teatrali.

Nel 1954, allora minorenne, vola a Parigi per partecipare all’ International Wool Secretariat Prize (oggi International Woolmark Prize). Tra i partecipanti c’e anche Karl Lagerfeld. allora ventunenne, che vince una categoria. Saint Laurent ne vince tre. I due passeranno il resto della vita a detestarsi. 

L’ ERA DIOR

Saint Laurent conquista notorietà subito dopo la vittoria del Wool Secretariat Prize. Nel 1955 diventa assistente di Christian Dior in quella che, ai tempi, era la maison di moda più famosa al mondo. Le creazioni di Saint Laurent per Dior – tra le quali il vestito da sera indossato da Dovima nella foto con gli elefanti scattata da Avedon –  suscitano l’attenzione di tutti e quando Dior muore all'improvviso nel 1957, Saint Laurent prende le redini della casa di moda.

LA GUERRA IN ALGERIA E L’INCONTRO CON  PIERRE BERGÉ

Nel 1960 Saint Laurent è costretto a prendere parte alla guerra in Algeria, dove si ammala di nervi. Mentre è ricoverato all’ospedale militare Bégin di Saint-Mandé, riceve la notizia del suo licenziamento da Dior. 

Rientrato a Parigi, solo, ammalato e senza lavoro, fa il secondo incontro più importante della sua vita dopo quello con Monsieur Dior: Pierre Bergé. Insieme a lui, nel 1961, grazie ad un cospicuo risarcimento ottenuto da Dior, fonda la sua maison eponima. 

IL SUCCESSO DELLA MAISON YVES SAINT LAURENT 

A Parigi, illuminata dalla luce fioca di un lampione,  una donna con i capelli lucidi e scuri pettinati all’indietro, sgaurdo distaccato rivolto verso il basso e sigaretta tra le dita, indossa uno smoking nero e una camicetta bianca. Questa Immagine, scattata da Helmut Newton per Vogue Francia, riassume la visione di Saint Laurent della moda femminile.

Precursore del genderless, a lui dobbiamo la reinterpretazione in chiave femminile del trench, della sahariana, dei pantaloni da safari e, soprattutto, del tuxedo - presentato come alternativa all’abito da sera. In una celebre intervista, Saint Lurent dichiara: “Chanel ha liberato le donne, io ho dato loro il potere”. Per quanto spettacolari siano le sue creazioni di haute couture, il suo forte sta nel ready-to -wear, emblema della libertà sessuale e dell'autodeterminazione femminile.

YVES SAINT LAURENT E LA PRIMA COLLEZIONE VINTAGE DELLA STORIA

La collezione d’esordio della maison Saint-Laurent viene definita da Life come la più bella collezione dai tempi di Chanel. In passerella compare anche un cappotto che rimarrà nella storia della moda: il pea coat. 

Ma quando nel gennaio del 1971 lo stilista presenta la sua collezione haute couture primavera/estate, viene stroncato sia dal pubblico che dalla stampa. Alison Adburgham del Guardian la definisce un “tour de force del cattivo gusto”. In passerella sfilano ragazze con trucco pesante che le fa sembrare più vecchie, indossano abiti sconnessi tra di loro, un mix di materiali, fantasie ed epoche: giacche dalle spalle larghe, bluse di crepe de chine, vestiti con piccole maniche a sbuffo e scollature a “V”, pellicce colorate artificialmente e fiori finti. 

La stampa francese attacca lo stilista perché rivive in quei capi e accessori i giorni della Seconda Guerra Mondiale, la Parigi occupata e quello stile métissage che nasceva dalla mancanza e dalla necessità; di fatto invece si tratta della prima vera collezione in stile vintage della storia.

SAINT LAURENT OGGI 

Per tutta la durata della sua campagna presidenziale, Hillary Clinton indossa sempre completi giacca e pantaloni. Quando Saint Laurent muore nel 2008, il Financial Times cita la Clinton come esempio del cambiamento apportato da Saint Laurent nella vita delle donne lavoratrici.

La vita di Saint Laurent è dominata dagli eccessi. Ama lo scandalo, la provocazione, posa nudo per la campagna pubblicitaria del profumo del suo marchio. Ma sono quello scandalo e quella provocazione a ridefinire l’attitude delle donne moderne.

Le ceneri di Yves Saint Laurent sono conservate nei giardini Majorelle di Marrakech, in Marocco, nella villa appartenuta all'artista francese Jacques Majorelle e in seguito acquistata da Saint Laurent e Bergé. Alla guida del marchio c'è oggi Anthony Vaccarello, il quale attinge a piene mani dall’archivio del brand per celebrare ancora la potenza femminile.